Labor b ha supportato Centroservice nella redazione di un doppio regolamento su buoni pasto e welfare. Un progetto che ha integrato la visione e la cultura aziendali con strumenti HR evoluti.
Ne parlano Luca Amadori – Direttore Generale di Centroservice – e Andrea Cantini – Business Development manager di Labor b
Buongiorno Luca, puoi presentarti?
Sono Luca Amadori e ho trent’anni. Lavoro nell’azienda di famiglia, Centroservice, da circa 3 anni e ad oggi faccio parte della Direzione Generale Aziendale.
Ci racconti Centroservice e quali prospettive ha per il mercato italiano e non solo
Centroservice è un’azienda che nasce 17 anni fa da un’idea di mio padre. Operiamo nel settore del mobile, con un focus sulla componentistica per le cucine. La nostra peculiarità è quella di tagliare e lavorare articoli “a riferimento”, con consegna just in time. L’azienda fino ad oggi ha sempre interagito con Aziende presenti sul mercato italiano. Parlando di obiettivi prospettici, ad oggi ci rivolgiamo alla grande industria e vorremmo approcciare anche una clientela di artigiani mobilieri, molto sviluppata all’interno del nostro mercato.
Per fare questo è fondamentale per noi continuare ad investire in termini di processi e macchinari, ma non solo, anzi il nostro focus sono soprattutto le persone. Siamo convinti che per crescere dobbiamo essere strutturati al nostro interno non solo lato impianti, ma anche con persone costantemente formate.
L’orientamento al cliente è una cosa che vi contraddistingue. In dettaglio, cosa possiamo specificare come elemento a valore aggiunto che connota la vostra azienda?
Sin dalla nascita di Centroservice l’orientamento al cliente e al servizio è il nostro mantra. Abbiamo una serie di aspetti, legati al modello di produzione, che ci contraddistinguono:
- Attraverso la nostra offerta, il cliente azzera i costi di magazzino per gli articoli che gestisce con noi, poiché acquista i componenti quando ha già venduto il proprio prodotto, ovvero la cucina.
- I tempi di consegna sono brevissimi, al di sotto della settimana.
- La gamma di articoli che possiamo offrire è molto più ampia di quella che solitamente il nostro cliente potrebbe tenere a magazzino, infatti, gestiamo oltre 40.000 codici.
- Non imponiamo lotti minimi di consegna
- Il nostro cliente si rivolge ad un unico fornitore anziché avere a che fare con più interlocutori diversi.
Con quale obiettivo ti sei rivolto a Labor B?
La prendo un po’ alla larga. Fin dall’inizio mio padre ha cercato di impostare l’azienda come una famiglia. La viviamo almeno 8 ore al giorno e deve essere un piacere starci.
Ci siamo interfacciati con Labor B per continuare a consolidare questo rapporto tramite un progetto legato al welfare aziendale, avente l’obiettivo di ingaggiare maggiormente i nostri collaboratori, renderli più partecipi negli obiettivi e risultati aziendali perché siamo convinti che i successi si ottengono come gruppo, non come individuo.
Labor B ci ha capito ed aiutato nel consolidare l’approccio di squadra, un qualcosa di molto radicato nella nostra cultura. Non a caso, all’interno dell’azienda abbiamo una grossa parete con scritto: “Nessuno di noi è forte come tutti noi”.
Abbiamo costruito con voi un progetto lungo due linee direttrici: un regolamento sul buono pasto, ed un regolamento di piano welfare più strutturato, un doppio investimento fatto con impatto sull’intera struttura organizzativa. Attraverso due strumenti complementari ci auguriamo di stimolare ulteriormente l’engagement dei dipendenti, assicurando che tutta la squadra, in tutta l’azienda, remi verso la stessa direzione.
Ti chiedo se Labor B ha rispettato le aspettative e qual è il valore aggiunto che possiamo aver dato alla vostra realtà
Le aspettative sono state rispettate sicuramente per questa prima fase.
Sarà importante monitorare il progetto per alcuni mesi per capirne l’impatto effettivo, ma siamo molto fiduciosi.
Il valore aggiunto di Labor B è ravvisabile nel forte supporto offerto, in particolare nell’illustrare le potenzialità dello strumento e il relativo funzionamento. Ma anche nel farci comprendere come non ci siano particolari vincoli per le aziende nell’approcciare alla tematica del welfare aziendale.
I consulenti di Labor B sono stati bravi nel mettere a terra quelli che erano i nostri desiderata con due regolamenti pratici e concreti. Ora ci aspettiamo che il sistema di welfare possa aiutare a coinvolgere i ragazzi nella conversione degli obiettivi aziendali in risultati.
Sono passate un paio settimane da quando abbiamo fatto la presentazione, hai un primo feedback da parte delle persone?
In questo momento siamo in una fase di monitoraggio e si vede che qualcosa inizia a muoversi. Quando poni obiettivi chiari e ben definiti, con un tema di premialità, il mindset dei ragazzi cambia.
Da qui a breve, quando andremo a condividere con loro i primi avanzamenti dei risultati, ci aspettiamo di vedere un ulteriore step di feedback importanti.
Durante la presentazione del progetto alla vostra squadra ci siamo soffermati sulla necessità di superare l’individualismo. Questa è una tematica che viviamo oggi in qualsiasi ambito sociale. Il piano di welfare vuole sostenere il reciproco aiuto. Quello che auspichiamo, anche in Labor b, è avere evidenze di collaboratori che -mentre svolgono le loro mansioni efficacemente- danno un occhio anche ai colleghi accanto. Laddove qualcuno sta facendo più fatica, lo si consiglia, supporta. Sarebbe un ottimo risultato tangibile!
Questo è quello che sicuramente ci aspettiamo. Ad oggi siamo molto soddisfatti di quello che è il clima aziendale e con orgoglio possiamo dire di aver creato una bella famiglia, ma gli spunti di miglioramento ci sono sempre!
Il welfare in questo può -e deve- dare quella spinta in più per stimolare ulteriormente questa collaborazione. Non vogliamo che i nostri ragazzi vivano l’azienda solo da una prospettiva individuale, ma è bene che si ragioni sempre di più come squadra.
Se dall’esterno i clienti sono per noi il nostro faro, all’interno le nostre persone sono alla base di tutto, non a caso, tante delle innovazioni sono nate da stimoli e spunti che ci hanno suggerito i nostri ragazzi.
Quello che chiediamo dal primo colloquio è la proattività e lo stimolo con nuove idee.
Grazie Luca per averci dedicato del tempo utile a far conoscere la tua attività e ad approfondire in che modo stiamo crescendo insieme
Grazie a voi per questo confronto.