Energia Rinnovabile

Abbiamo intervistato l’Ing. Roberto Amidei, manager con lunga e consolidata esperienza in grandi aziende italiane ed internazionali, attualmente Direttore Generale di GES (Geo Energy Service SpA), società partecipata, municipalizzata che si occupa di gestione di teleriscaldamenti in particolare nelle aree geotermiche della Toscana (teleriscaldamenti alimentati a fluido geotermico, biomassa e solare). GES è un’azienda giovane, nata nel 2006, che ha avuto una crescita molto rapida e che sta continuando a crescere, che punta molto sia sulla valorizzazione delle persone, sia sull’innovazione (in particolare sull’automazione e sulle tecnologie da remoto).

Ing. Amidei, circa due anni fa avete iniziato a disegnare un percorso di crescita per alcuni vostri collaboratori e in questo contesto di evoluzione avete sperimentato l’executive coaching con Labor b.

Ci può raccontare questo percorso?

Si, un paio di anni fa abbiamo deciso di accompagnare la progressione di carriera interna per due collaboratori che svolgevano dei ruoli tecnici/operativi e che nella loro funzione portavano ottimi risultati ed esprimevano un alto livello di prestazione professionale. In un caso si trattava di un profilo più giovane, il cui ruolo a tendere era quello di Coordinatore di Area, che prevede la gestione delle manutenzioni degli impianti di una zona distaccata dalla sede centrale con il coordinamento di una squadra. Nell’altro caso si trattava di una risorsa con più alta seniority, il cui ruolo a tendere era quello di Responsabile della Manutenzione, ovvero di tutte le attività operative dell’azienda, distribuite su un vastissimo territorio e con un elevato numero di collaboratori.

L’obiettivo era quello di metterli nelle condizioni di poter svolgere in modo efficace una funzione di coordinamento e di mediazione tra la Direzione aziendale e gli addetti operativi, a questo scopo ho ritenuto necessario chiedere il supporto a Labor b, che mi ha suggerito di supportarli attraverso dei percorsi individuali di business coaching.

 

Quali aspettative aveva verso il servizio di business coaching e quale obiettivo voleva raggiungere con il suo utilizzo?

Il risultato che volevo ottenere, in generale, era quello di arrivare ad un’efficienza maggiore nell’organizzazione aziendale, creando delle figure intermedie in grado di agire rapidamente e in modo efficace, con capacità organizzativa e alta autonomia decisionale. Il bagaglio di conoscenze e capacità tecniche di queste due persone era già ricco e consolidato, ciò che mancava, e che ho ritenuto necessario potenziare, era la loro capacità di leadership, di gestione dei collaboratori e di organizzazione dei teams di lavoro, la loro autonomia e capacità decisionale. Erano abituati a lavorare in team ma mancavano i tools necessari per  organizzarli e coordinarli. Inoltre, da lì a poco si sarebbero trovati a gestire persone che prima erano loro colleghi e questo poteva rendere ancora più difficile il passaggio di ruolo, a causa di dinamiche relazionali ed emotive in qualche modo ostacolanti.

Per me, offrire la possibilità di essere affiancati con un percorso di coaching, in generale ha anche l’obiettivo di valorizzare le persone.Credo sia estremamente importante far sentire alle persone che l’azienda è disponibile ad investire sulla crescita dei collaboratori che dimostrano impegno e voglia di mettersi in gioco, perchè questo contribuisce ad aumentare il coinvolgimento e la motivazione di tutti.

 

Quali cambiamenti ha osservato nei collaboratori che sono stati coinvolti nei percorsi di coaching?

Trovo che il cambiamento maggiormente apprezzabile, sia il fatto che entrambi hanno interiorizzato un approccio diverso nello svolgimento del loro lavoro. In particolare, dai loro atteggiamenti e comportamenti ho notato che hanno iniziato ad applicare degli strumenti e dei metodi di lavoro che hanno favorito il passaggio verso un approccio manageriale, sia nella gestione dei collaboratori, sia nella programmazione e pianificazione delle attività

Più in generale, ho notato una maggiore apertura mentale, sono più ricettivi nel cogliere i feedback e più flessibili nell’affrontare problematiche nuove o nell’approcciare problematiche note in maniera diversa rispetto al passato. Il processo di cambiamento è ancora in atto, anche dopo la conclusione dei percorsi di coaching, ma siamo già molto contenti dei progressi che abbiamo visto fino ad ora

 

Come hanno vissuto l’opportunità e l’esperienza del coaching le persone coinvolte?

L’opportunità di essere seguiti da un coach la hanno vissuta positivamente fin dall’inizio, proprio perchè siamo riusciti a far percepire l’apprezzamento dell’azienda verso il loro lavoro e l’intenzione di investire sulla loro crescita. Hanno colto che si trattava di un’opportunità per migliorare il loro approccio e quindi per  riuscire ad entrare nel nuovo ruolo con successo.

Anche durante il percorso hanno espresso entusiasmo e coinvolgimento, hanno partecipato al percorso in modo costruttivo, mettendosi in gioco. In particolare hanno apprezzato il taglio pratico e concreto del coaching.

 

In generale, che opinione si è fatto sull’executive coaching e sul suo utilizzo in azienda, dopo averlo sperimentato?

Affrontare in modo diverso le cose, è una questione culturale. Io consiglierei l’utilizzo del coaching  per portare cambiamenti nel modo in cui le persone affrontano e  approcciano le diverse situazioni e problematiche.  Non si tratta di imparare nozioni, ma di aprire la mente delle persone. Proprio per raggiungere questo fine abbiamo intenzione utilizzare ancora il business coaching e di sperimentare anche altri progetti di sviluppo che ci consentano di lavorare sull’efficienza dei team di lavoro.

Ing. Roberto Amidei, grazie del tempo che ci ha voluto dedicare e della sua testimonianza.