Chi è Filippo Fratti e di cosa si occupa Wave Design & Communication?
Sono partner e general manager di Wave Design Communication, un’agenzia di comunicazione indipendente italiana con 23 anni di attività alle spalle.
L’agenzia si occupa di progetti integrati di comunicazione: dal brand design
alle attività di brand activation, utili a rendere più visibile e fruibile il brand ed il prodotto ai consumatori fino alle campagne di digital e social marketing.
Per chi dovesse essere curioso di capire meglio di cosa si occupa Wave: www.waveteam.it.
Come si è evoluto lo Smart Working nella vostra realtà?
Credo che, come per molti altri per i quali lo Smart working era una realtà molto lontana, anche per noi tutto ha avuto inizio a febbraio di due anni fa. Ricordo una riunione, già incredibilmente non in presenza, che organizzammo con gli altri due partner dell’agenzia e quello che allora era l’amministratore delegato. Cominciammo ad avere le prime informazioni su questo mostro che stava arrivando, il Covid, e per nostra fortuna il nostro amministratore delegato ebbe questa notevole anticipazione: “ma se succedesse qualcosa? Ma se poi questa fosse una cosa grave, come facciamo? Cominciamo a capire come fare a far stare le persone fuori dall’ufficio”; da questa frase, che più o meno cito testualmente, partì tutto il percorso dello smartworking di Wave, all’interno del quale, le prime fasi, furono dedicate a capire come mettere le persone, che fino ad allora erano abituate a lavorare in ufficio regolarmente, nelle condizioni di lavorare da remoto.
Quello che è stato fatto, è stato pensare agli aspetti tecnici come l’allargamento e la facilitazione della connessione da remoto al nostro server, la copertura totale al 100% con pc portatili per tutti, la realizzazione di un canale dedicato sullo strumento Teams per organizzare le nostre riunioni interne e iniziare a ragionare su quello che sarebbe stato il passaggio successivo.
Anche nel periodo della vera emergenza pandemica, abbiamo notato comunque ottimi risultati dal punto di vista della produttività.
Nel contempo abbiamo iniziato a ragionare sul futuro per non perdere l’opportunità di conservare tutto ciò che di buono avevamo sviluppato in questo periodo con il lavoro a distanza.
Come vi ha supportato labor – b?
Raggiunto questo punto, abbiamo iniziato a pensare ai passi successivi, quello che internamente chiamiamo “Smart working ordinario”, a ragionare con il supporto di Labor b, e ci tengo nuovamente a ringraziarvi, per costruire un regolamento aziendale attraverso cui saremmo tornati ad una nuova normalità: a frequentare l’ufficio, ma anche ad avere dei momenti di professionalità al di fuori dell’ufficio. Per far ciò abbiamo appunto creato un nuovo regolamento aziendale con Labor b e fatto tutti gli accordi individuali con i singoli collaboratori.
Il regolamento prevedeva che lo “smart working ordinario” iniziasse da ottobre del 2020, tuttavia l’emergenza sanitaria non l’ha reso possibile.
Non appena l’emergenza sarà terminata noi saremo pronti a proseguire il nostro percorso di smart working passando alla fase “ordinaria” che, come da regolamento, prevederà la presenza in ufficio per 3 giorni alla settimana e quella da remoto per i restanti due.
Quali sono stati i benefici apportati dall’introduzione dello Smart Working?
Sicuramente un miglior life balance, i nostri collaboratori riescono a gestire meglio i propri impegni privati e questo ha una ricaduta positiva sul tempo impegnato al lavoro.
A questo si aggiunga la riduzione dei costi di trasferimento per le persone che affrontavano giornalmente il viaggio per venire al lavoro.
Dal punto di vista aziendale ne ha beneficiato anche l’organizzazione degli spazi in sede che a seguito della crescita numerica del personale erano diventati sempre più limitati; in questo aspetto lo smartworking ci da un grosso aiuto, dandoci modo di organizzare la presenza dei nostri collaboratori in azienda.
Questo è fantastico perché avere anche solo il 25 % di dipendenti in più richiede, per necessità di spazio, un maggior investimento economico che ad oggi, grazie appunto allo smartworking, possiamo posticipare di qualche anno.
Abbiamo persone estremamente legate alla nostra agenzia e dunque che hanno sempre svolto al meglio il proprio lavoro pur lavorando da casa.
E quali sono le criticità ancora da affrontare?
Stiamo affrontando, con l’eccellente supporto di Labor B, l’importante argomento del diritto alla disconnessione in modo tale che tenga conto dell’organizzazione e degli elementi tecnici specifici del nostro lavoro. Una criticità, per esempio, è gestire da remoto il volume e la grandezza dei file scambiati con i collaboratori; tanto più i file sono pesanti, tanto più la banda ed il collegamento da remoto diventa una variabile critica.
L’altro tema su cui dovremo crescere riguarda l’attenzione che si dovrà porre anche alla parte meno visibile del lavoro agile che consiste nell’acquisire le necessarie competenze manageriali per i responsabili dei team, i quali dovranno organizzare anche momenti di incontro in presenza dove sviluppare le idee e risolvere eventuali problematiche.